“Sono tutti perfetti”. Memorabile
In queste parole riconoscerai le battute del film L’ultimo samurai. Sono le ultime parole di Katsumoto, interpretato da Ken Watanabe, mentre muore tra le braccia di Nathan Algren -Tom Cruise.
E non è un caso che sia anche un finale perfetto e memorabile.
I finali memorabili, quelli perfetti, succede che non soddisfino appieno il nostro desiderio di finale felice. Film, libri, commedie e vita quotidiana ci danno un esempio limpido.
Certamente tutti cerchiamo l’happy ending, lo vogliamo e lo desideriamo: i finali perfetti. Spesso ciò che ci lascia un sapore agrodolce, tutt’altro che perfetto, memorabile sicuro.
Alcuni anni fa dei ricercatori dell’Università del Michigan hanno cercato una relazione tra finali e la capacità di questi di modificare la “capacità di giudizio” delle persone; e sai cosa hanno scoperto, che al centro dei finali “significativi” c’è una delle emozioni più complesse che l’uomo possa sperimentare. L’intensità, un misto di felicità e tristezza.
Non sono le storie a lieto fine, ma quelle perfette, memorabili, a rimanere impresse nella nostra mente, quelle che escono dagli schemi.
Detesto le etichette, i pregiudizi e stereotipi, tuttavia esistono e in qualche modo ci faccio i conti.
Che significa farci i conti?
Ora leggi questa parola.
M E D I C O
Penso che nella tua mente si siano raccolte moltissimi concetti e idee circa questa parola. Forse qualcuna di queste potrebbe essere un camicie.
È del tutto comprensibile, l’abito fa il monaco, in due modi diversi:
- siamo condizionati dal look, quindi un certo abbigliamento è indice di maggiore affidabilità
- il nostro abbigliamento condiziona il nostro comportamento.
Sono, quindi, consapevole che quando mi presento come consulente il mio interlocutore va a ripescare tutto quello che nella sua mente coincide con il “ruolo” e poi va a fare un confronto e decide se credermi o meno. Mi gioco la credibilità tra in 10’’ e poi.
Secondo alcune ricerche potrei aver bisogno di almeno 45 minuti per recuperare. Perfetto.
Memorabile?
Tempo fa vestivo in giacca e cravatta, i capelli corti, niente anelli, niente orecchini. Perfetto, memorabile non credo.
C’è una frase di Bukowski che mi ha sempre affascinato: Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l’erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
Probabilmente ora risulto un po’ eccentrico, tutt’altro che perfetto, sicuramente memorabile.
Credo opportuno vestire la mia personalità e la mia identità, sapendo che non sono scelte del tutto libere ed originali. Scelgo sempre tra un numero limitato di possibilità, sono (stato) influenzato da mode, modelli e contesto culturale.
Per tornare a Bukowski, credo siamo già un po’ tutti gli altri e che la sfida sia sempre di più essere noi stessi. Perfetti. Memorabili.
E tu. Preferisci essere perfetto o memorabile?