La tradizione buddhista definisce la mindfulness come la “consapevolezza del momento presente” e “il ricordarsi dei propri pensieri, azioni, emozioni e azioni e delle loro conseguenze su noi stessi e sugli altri”.
Le origini del concetto di mindfulness risalgono ad una storia antica di quasi 2500 anni e trae origine dalla parola “Sati” (सति) in lingua Pali e si riferisce ad uno stato di “presenza mentale” in cui i fenomeni interni ed esterni, da un lato vengono visti per come sono e dall’altro, si fa distinzione tra il “fenomeno” e le “nostre proiezioni e distorsioni” o congetture.
Il verbo collegato alla parola Sati è Sarati che significa ricordare, ovvero la capacità di ricordare i propri pensieri e comportamenti e delle conseguenze che questi hanno su noi stessi e sugli altri.
Lo sviluppo della Mindfulness porta inevitabilmente all’aumento della consapevolezza delle proprie intenzioni, emozioni, pensieri, parole ed azioni e delle conseguenze che questi hanno. Significa essere presenti a se stessi e avere maggiore chiarezza su ciò che deve essere fatto e cosa invece no.