Mi capita di ricevere una telefonata/mail/wahtsapp da un allenatore, o da un genitore, in difficoltà che mi chiede di aiutare un atleta in crisi. Il problema che si presenta di solito segue queste linee “[nome] gareggerà la prossima settimana ed è estremamente ansioso e non riesce a concentrarsi sulla preparazione. Mi aiuti?”
Un pensiero comune è che i mental coach siano degli strizzacervelli – qualcuno che lavora per ridurre un problema psicologico che interferisce con il raggiungimento delle prestazioni.